Scarpe donna, stivali, sandali, scarpe alla moda by Alvi Calzature
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Curiosità sul mondo delle scarpe donna

“Belle scarpe!”: questa é la frase che crea empatia immediata tra due donne!

Questo accessorio indispensabile nei nostri armadi, ha una storia lunga ed affascinante.

CALZATURE NELLA "PREISTORIA"
Fin dalla preistoria, si sa che l’uomo per proteggere i piedi utilizzasse rudimentali calzature create con pelli animali.

Nell’antichità invece, greci, romani ed egizi usavano calzare sandali, in particolare i romani avevano diversi tipi di calzature in base al ceto sociale al quale appartenevano.

La calceus era una scarpa chiusa, che copriva il piede ed era vietata agli schiavi; il soccus era la calzatura generalmente più diffusa; la caliga era uno dei primi antenati dello stivale, indossato dai miliari, per proteggere il piede e la gamba.


In epoca bizantina troviamo calzature più elaborate e comode.
Nel medioevo si spaziava dallo zoccolo in legno, a brandelli di tessuto avvolti attorno al piede, a calzature in pelle.

RIVOLUZIONE MONDO DELLE CALZATURE DOPO IL XVII SECOLO
Dal XII al XVII secolo é stato per la calzatura un susseguirsi di evoluzioni, dalle poulaine calzature dalla punta lunghissima diffuse in tutta Europa, arrivando alla calzatura a “becco d’anatra” con punta squadrata e tomaia larga.

Alla fine del XVII secolo le scarpe avevano tacchi alti per uomini e donne, e gli stivaletti erano chiusi da lacci e ganci.

CALZATURE NEL 900
Ma è con il novecento che arriva la vera rivoluzione della moda e della calzatura, grazie a menti brillanti di imprenditori lungimiranti, che hanno fatto del made in Italy una garanzia di qualità ed eleganza, e del genio di stilisti visionari che hanno completamente sconvolto le regole del mondo della moda.
Salvatore Ferragamo nei primi anni del secolo scorso, ancora ragazzino, si appassionò a quello che era considerato un lavoro umile persino dai contadini, ovvero il calzolaio.
Era un periodo di cambiamenti radicali nel settore della calzatura.
Inizialmente in Italia i modelli erano limitati, le tinte dominanti erano nero marrone e bianco, improntate sulla sobrietà, le donne potevano scegliere tra scarpe accollate col tacco basso, stringate di foggia maschile, o stivaletti in stile edoardiano.
Le pantofole ricamate erano vietate al di fuori dei boudoir, e le famiglie povere compravano scarpe fatte a mano che dovevano durare tutta la vita; l’idea di abbinare una tipologia di scarpa al vestito o all’umore era un lusso delle classi più privilegiate. Le gonne arrivavano alle caviglie, dunque della calzatura si sarebbe intravisto solo qualche scorcio.

A Parigi e a New York la rivoluzione della moda era in pieno svolgimento, gli orli delle gonne cominciarono ad accorciarsi, per poter garantire una maggior possibilità di movimento alle signorine che cominciavano a spostarsi in bicicletta, fino ad arrivare a sostituire le gonne con ampli pantaloni a sbuffo (i bloomers), e di pari passo i calzolai crearono stivaletti più alti.
Nei decenni successivi le gonne si accorciarono sempre di più, e gli stivali con esse si allungavano. 

PRODUZIONE INDUSTRIALE DELLE CALZATURE
Nel periodo della prima guerra mondiale che coinvolgeva tutta l’Europa, l’America passò all’avanguardia abbandonando definitivamente la produzione artigianale della calzatura per passare ad una produzione industriale, ora le scarpe erano più economiche, le donne potevano permettersi di possederne un numero maggiore, così le aziende iniziarono a proporre nuovi modelli, colori per ogni cambio di stagione.
Le calzature ormai in vendita in ogni grande magazzino erano divenute una gratificazione immediata.
Nacquero le prime riviste di moda, e grazie alla nascita del mondo del cinema, si aveva la possibilità di prendere spunto da qualche icona del grande schermo. Cominciava l’era del consumo, e la donna era particolarmente corteggiata.

SALVATORE FERRAGAMO RIVOLUZIONA IL MONDO DELLE CALZATURE
A questo periodo di cambiamenti anche Salvatore Ferragamo non rimase immune. Decise di seguire i fratelli in America per trovare l’unione tra il suo talento e l’avanguardia, rimanendo insoddisfatto delle rumorose macchine americane che non davano respiro alla creatività.
Continuò così il suo lavoro di artigiano che ben presto ebbe un notevole successo, ma malgrado la sua bravura ormai affinata, c’era chi trovava le sue calzature scomode.
Il calzolaio prendeva una serie di misure per poter creare su misura la calzatura perfetta, ma tutto ciò non bastava per creare una scarpa comoda. Salvatore non si arrese e si dedicò agli studi di anatomia all’università della California.

Dopo un lungo periodo di studi ed esperimenti nel suo laboratorio i suoi sacrifici vennero ripagati: fu infatti lui a scoprire che era scorretto il modo in cui si costruivano le calzature.

Dopo numerose ricerche, scoprì che camminare con le scarpe e scalzi erano due attività fisiche completamente diverse, e da ciò ne dedusse che il segreto era sostenere l’arco plantare, costruendo così  nuove “forme”, che altro non erano che stampi in legno o metallo che riproducevano l’anatomia del piede umano, al fine di creare la scarpa perfetta su di un modello anatomicamente vicino al piede umano. In base al tipo di stampo, si ottenevano poi modelli differenti di scarpe.
In poco tempo il successo esplose: Ferragamo produceva calzature per il mondo cinematografico e per le sue star, che desideravano calzature uniche e prestigiose.

L'artigianato made in Italy era un insieme di arte e scienza, ma per incrementare la produzione, Salvatore capì che doveva sposare il modello della produzione in serie alle scarpe fatte a mano, e per realizzare ciò, tornò in Italia, dove la manodopera costava meno, e lì avrebbe poi messo a punto una catena di montaggio, in cui ogni fase del processo prevedeva un lavoro manuale.

COMPARSA DEL TACCO A SPILLO
Nel 1950 in Europa fece la sua comparsa il tacco a spillo (o stiletto), che, però, al contrario della solida zeppa, creava non poche difficoltà alla camminata, spostando tutto il peso sull’avampiede: ma dopo anni di privazioni la donna desidera nuovi accessori simbolo di sex appeal e lusso.
Come un anello di diamanti, il tacco a spillo classificava le donne in base alla possibilità economica e classe sociale.
I tacchi a spillo pur non essendo estreme come certe calzature del passato, come le chopines (zoccoli che potevano raggiungere il mezzo metro di altezza) o i piedi di loto orientali, chiedevano alla donna di dare precedenza allo stile rispetto la mobilità.

A metà degli ’50 il tacco a spillo era il simbolo del ritorno alla frivolezza dopo anni duri e di rinunce.
Ovviamente anche le attrici non erano immuni al fascino del tacco a spillo, ma se da una parte avevamo Marilyn Monroe che era un'icona dello “stiletto”, dall’altra avevamo Audrey Hepburn, che con la sua raffinata bellezza era la regina della scarpa bassa. Il suo stile beatnik influenzò l'haute couture.
Nella coltura pop il tacco a spillo era provocante femminile e sexy, mentre le scarpe piatte erano eccentriche, intellettuali e spregiudicate.

Alla fine degli anni ’50 e nei primi anni del’60 esplose il fenomeno delle sneakes: scarpe con morbide suole di gomma, ideali non solo per lo sport, ma anche per uno stile casual indicato per la praticità di ogni giorno.

EVOLUZIONE DEL TACCO A SPILLO:  DECOLLETE', STIVALI, TRONCHETTI
Ma fu grazie a Yves Saint Laurent che nacque lo street style, e in particolare, fu dopo aver iniziato a lavorare con il calzolaio ed inventore del tacco a spillo Roger Vivier, che dalla collaborazione tra i due cominciarono ad arrivare nuovi materiali e forme, per la fortuna delle donne che oggi giorno hanno la possibilità di scegliere fra un infinità di forme, modelli, materiali, fantasie e altezza di tacco.


Troviamo le decolleté, le Marie Jane decolleté con punta arrotondata e cinturino alla caviglia e tacco a rocchetto; le spuntate: aperte in punta con o senza plateau con tacco robusto o a spillo.
Le chanel, con la punta chiusa e aperte sul tallone, di diverse altezze di tacco, e fermate sul tallone da un cinturino o un elastico.
Troviamo le maschili e le francesine, le prime con uno stile prettamente maschile e androgino, le seconde più femminili e col tacco più alto. Le ballerine, con il loro stile romantico ispirate alle calzature delle danzatrici.
Abbiamo stivali, stivaletti o tronchetti, che possono essere in caviglia (tronchetti) a metà polpaccio (stivaletti) al ginocchio o sopra (stivali), con o senza tacco, con o senza plateau, zeppa, con punta sfilata, quadrata, rotonda.

Molti libri sono stati scritti su questo straordinario accessorio, ma l'unico modo per comprendere appiene questo mondo, è viverlo o, meglio, calzarlo!